sabato 19 maggio 2007

Ogni anno in Italia si uccidono 15 mila cani nei combattimenti



Lo denuncia l’associazione Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali Ambiente), che ha elaborato i dati in base alle denunce e alle segnalazioni ricevute. Un giro d’affari enorme che riguarderebbe anche alcuni canili privati
Una strage. Sono 15mila i cani che in Italia vengono uccisi dal business dei combattimenti.

Un fenomeno crescente e preoccupante che non accenna a diminuire, quello dei combattimenti clandestini in cui, annota l’Aidaa vengono utilizzati cani di grossa taglia, appartenenti alle cosiddette razze pericolose. Gli animali vengono tenuti in cattività, alla catena e maltrattati in modo da far emergere il loro carattere aggressivo.
Un fenomeno che riguarda almeno 15mila cani che ogni anno trovano la morte non solo nei combattimenti clandestini ma anche in incontri imparì di allenamento, durante i quali cani di piccole dimensioni (gli stessi rapiti o appositamente allevati in canili lager) vengono usati come cavie, mandati a combattere contro i cani usati per i combattimenti, destinati quindi a morte certa. Quello dei combattimenti clandestini è un fenomeno diffuso che nasconde anche attività strettamente legate alla malavita organizzata.
Dopo l’appello lanciato nei giorni scorsi dal presidente nazionale di Aidaa Lorenzo Croce sui rapimenti di cani, spiega l’associazione, «sono centinaia le telefonate arrivate in questi tre giorni al numero delle segnalazioni Aidaa e non solo dalla provincia di Milano o dalla Lombardia ma da tutta Italia. Segnalazioni che parlano di cani rapiti e di possibili centri dove vengono tenuti gli animali destinati al combattimento a Milano, Roma, Torino, Napoli e la Calabria, ma anche nella piccole città del Nord e del Centro Italia, dove il fenomeno stando a queste segnalazioni sarebbe in costante aumento.
I combattimenti tra cani, spiega l’Aidaa, piacciono »non solo nel Sud Italia ma anche nelle provincie periferiche delle regioni del Nord come Lombardia e Veneto".
Un giro di affari enorme che riguarderebbe anche alcune strutture di canili privati, che in qualche caso possono essere addirittura convenzionati con i Comuni.
"Le segnalazioni precise e circostanziate stanno arrivando al ritmo di quaranta al giorno -spiega Lorenzo Croce, presidente nazionale Aidaa- persone che si sono decise a segnalare la presenza di possibili canili lager privati dove vengono tenuti in pochi metri cani di grossa taglia, che ogni giorno vengono picchiati per essere incattiviti, situazioni che sono ben oltre la legalità".


DATA: 04-05-2007 FONTE: quotidiano.net

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